Eclissi oculare

di Alice Amerio
lunedì 11 settembre 2023

Nascosto dietro a un tronco sorvegliava il grande pino. Sentiva continui fruscii da tutte le direzioni ma non sapeva dove fissare lo sguardo. A un certo punto notò una figura che avanzava silenziosa. Iniziò a correre più veloce che poteva, ma Mattia riuscì a toccare la corteccia ruvida.

 

«Tana» urlò.

 

Simone lo raggiunse scoraggiato. «Ci staranno cercando.»

 

«Hai solo paura di continuare a perdere» ridacchiò Mattia.

 

Simone non rispose, rimise le mani sugli occhi e la fronte sul tronco. Il vento serale faceva oscillare tutti i rami. Iniziò a contare sentendo i passi del fratello che si allontanavano nel bosco, mentre un leggero scampanellio iniziava a risuonare in lontananza. Gli avevano raccontato che venivano messe le campanelle al collo delle pecore per non perderle. Pensò che se fosse stato un lupo non avrebbe mai perso. Avrebbe seguito quello scampanellio nascosto dietro i tronchi e al momento giusto sarebbe balzato fuori per sbranare quante più pecore possibili. Bastava essere veloci e silenziosi.

 

Finito di contare si staccò dal tronco. Era diventato troppo buio per cercare delle tracce nel terreno. Alzando la testa scorse la luna, che si era appena arrampicata in cielo. Brillava più vicina che mai, silenziosa attraverso gli aghi dell’albero, fissando la radura con i suoi due bulbi incandescenti. Indietreggiò di colpo.

 

Erano due occhi gialli che lo fissavano tra i rami. Il sorriso, illuminato dalla luce lunare, mostrava più denti di due lupi messi insieme. Muoveva leggermente la testa, facendo risuonare le campanelle attaccate al suo cappuccio.

 

Simone provò a urlare ma tutto il corpo era rimasto pietrificato di fronte a quell’incubo. L’essere balzò agilmente giù dai rami e si avvicinò al bambino, mentre il sorriso si apriva scoprendo una voragine che oscurò per sempre quello sguardo atterrito.

 

Più tardi numerosi passi si moltiplicarono attorno al pino, seguendo ogni fruscio e implorando la luna di diventare più luminosa. I due bulbi si erano ormai spenti e le campanelle risuonavano debolmente al vento, in attesa.

 

Text by Alice Amerio

Photos by Lina Viccica e Adriano Amerio

Maschera by Ghoulish Productions (Jesterblin)

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